Circa due anni fa ho varcato la soglia del centro diurno di Androna degli Orti, avevo deciso di fare il volontario per l’ALT, ero pieno di buoni propositi e mi vedevo già a fare la crocerossina e ad aiutare tutti. Così dopo un primo colloquio, per la prima volta ho partecipato ad una riunione della redazione di Volere Volare; ho conosciuto, in quel contesto persone meravigliose, amici veri di quelli che porti nel cuore anche quando non senti e non vedi per lunghi periodi.
Mi sono presentato un po’ impaurito e timido ma presuntuoso e spavaldo: pensavo di andare ad insegnare ai ragazzi cos’è la vita, come la si vive, come la si affronta. Pensavo di scrivere articoli pieni di teorie e filosofia di vita, io cittadino che mi presentavo a quel mondo con l’intento di aiutare quei poveri sfigati caduti nel tunnel della tossicodipendenza, io cittadino modello irreprensibile avevo il dovere morale di aiutarli a correggersi, salvarli da quell atroce destino che si erano scelti e cercati, come il milionario che elargisce cospicue donazioni alle associazioni prescelte nel periodo di natale, un po’ per lavarsi la coscienza un po’ per poter andare a raccontare ai media di aver fatto il proprio dovere.
Il gioco sembrava bello e interessante, mi permetteva persino di vantarmi di essere un volontario, di operare nel sociale; potevo fare il figo e mi sentivo proprio un modello, ma già ai primi lanci dei dadi la mia pedina è finita sulla casella degli IMPREVISTI: chi se lo sarebbe mai aspettato che in poche ore mi sarei sentito tale e quale a loro, a raccontare la mia vera storia a persone che fino a poco tempo prima consideravo poveri tossici sfigati i quali sicuramente per il mio modo di vedere non avevano nessun diritto di farsi i cazzi miei, solo io potevo farmi i loro per sfamare la mia curiosità di storie vissute al limite della sopravvivenza e poi tornarmene nella mia bella casa soddisfatto e compiaciuto.
Ecco, sulla mia cartellina degli imprevisti che avevo pescato c’era scritto proprio così: “Incontri imprevisti ti daranno la possibilità di confrontarti e crescere con persone che hanno qualcosa da insegnarti: getta la maschera e inizia a Volere Volare o vai nella tua misera prigione radical chic e rimanici per sempre senza passare dal Via”.
Decisi di voler vincere la mia partita, vincerla si ma non da solo. Assieme ai miei compagni redattori iniziai ad ascoltare col cuore storie impressionanti e piene di vita, a voler un bene assoluto a questi ragazzi, e ho iniziato quella che chiamo una meravigliosa girandola di emozioni che si chiama Volere Volare. Ho imparato a vedere nello squallore di storie assurde l’umanità delle persone, a capirle a mettermi nei loro panni e a comprendere, a metabolizzare racconti allucinanti a rendermi conto che anche io avrei potuto essere seguito dal SERT se non fossi stato più fortunato di loro. Io non avevo niente da insegnare, potevo solo imparare.
Poi ho iniziato, riunione dopo riunione, a raccontare la mia storia, a tirar fuori pensieri, parole e racconti che non avevo mai detto nemmeno a me stesso e loro mi hanno ascoltato, criticato a volte duramente e spesso molto spesso capito e incoraggiato a proseguire il mio cammino e ne sono nati articoli che raccontano tutta la mia storia o vomitato addosso al mondo tutte le mie ansie, le mie paure e le mie debolezze. Ho raccontato al mondo le mie gioie i miei affetti più intimi e i miei ricordi più belli.
Amo profondamente questo giornale che per me non è solo il pezzo di carta che avete in mano, ma è vita vissuta mia e dei miei amici. Quella cartella degli imprevisti pescata così per caso mi ha dato la possibilità di crescere e vivere emozioni profonde……. imprevedibili.
Mirko