Volere Volare
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Chi siamo

Volere Volare è uno spazio aperto a tutti.  Un giornale di strada nato con l'intento di dare vita ad un luogo di incroci, di storie e narrazioni.

Dal 2001 si è occupato di raccogliere voci, concependo la scrittura come un gesto identitario e offrendosi come una casa in cui parola e arte visiva si mescolano e si contaminano. 

Al giornale partecipa la gente, gente con problemi di tossicodipendenze e non, familiari, cittadini. Ci sono quelli che non sono mai mancati, ci sono quelli che ci mancano. 

74
Numeri stampati
21
Anni di redazione
5632
Storie raccontate
245
Collaboratori

la redazione

Per ciascun numero viene proposto un argomento che dà origine al titolo e offre lo stimolo per il confronto e la scrittura dei singoli articoli.I testi sono molto personali, esprimono sensazioni, emozioni e sentimenti realmente vissuti e raccontati dai protagonisti, che hanno il coraggio di toccare anche aspetti intimi e delicati del loro vissuto.

La redazione è aperta a tutti: per partecipare basta presentarsi agli incontri e mettersi in gioco insieme!

Direttore editoriale: Pino Roveredo

Direttore responsabile: Elena Dragan

Coordinatore: Gabriel Schuliaquer

Caporedattore: Gigliola Bagatin

Immagini, grafica e web:
Nanni Spano  con la collaborazione dell’Associazione Culturale Daydreaming Project.

La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia.
Franco Basaglia
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma un errore di valutazione. Quando un certo errore comincia a essere commesso da un bel po' di persone, allora diviene un errore sociale, uno stile di vita. E in questo particolare stile di vita il motto è: "Sii felice oggi perché domani morirai"; ma s'incomincia a morire ben presto e la felicità è solo un ricordo.
Philip K. Dick
Le cose stavano così che l'uno vedeva nell'altro la merda che lui stesso era. Uno vedeva il proprio squallore e rimproverava all'altro lo stesso squallore per dimostrare a sé stesso di non essere tanto squallido come l'altro.
Christiane F.
Abbastanza spesso la gente mi considera pazzo quando faccio un salto invece di un passo, proprio come se tutti i salti fossero sbagliati e mai portassero uno in nessun posto.
Ezra Pound
Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile..
Fabrizio De André

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