E’ notte, la pioggia battente rimbalza sulla terrazza della stanza in cui sto cercando di dormire su un materassino gonfiabile, perché dormire in tre su un matrimoniale diventa scomodo quando la piccola ha quasi otto anni. Così la mia bambina e il mio compagno dormono sereni sul lettone e io sono qui con una tremenda voglia di una sigaretta,ma non posso uscire, non sono a casa mia, sono in vacanza a casa di mia suocera potrei dire se fossi etero…e qui non si fuma.
Ieri era il ventotto giugno, l’onda pride ha attraversato tutta la penisola e io ero qui a rendere nonna una mamma che non lo potrà mai essere perché il suo unico figlio ha scelto me per dividere la propria vita e questa grandissima donna, nonna mancata non desidera altro che la felicità del figlio,non si fa domande, non giudica, ci accoglie tutti e tre. Che bello vedere mia figlia coccolarla.
Di diritti e io aggiungo pure di conseguenti doveri ne abbiamo bisogno. E’ giusto manifestare, far sentire che esistiamo, ma ciò che conta e’ anche la vita vera fatta di familiarità quotidiana. Mentre scrivo mi sento molto come i protagonisti di una famosa e molto recente pubblicità della Findus.
Sembravamo una famiglia “normale” oggi in macchina mentre venivamo qui ,si giocava,si rideva, io, lui, la bimba e il cane. E’ in questi semplici momenti in cui dentro di me avverto che non mi manca proprio nulla.
E’ quando sono seduto a tavola con loro che respiro serenità. Che gioia giocare tutti e tre sul lettone, guardare assieme la tv, un tramonto, andare al parco.
Famiglia vuol dire raccogliere insieme le foglie nei boschi per fare l’erbario una volta tornati a casa, famiglia vuol dire vedere il mio compagno preparare l’insalata a mia figlia disegnando sopra la lattuga gli occhi di pomodori,il naso di carota e la bocca di cipolla, famiglia vuol dire fare colazione assieme, discutere, litigare. Vuol dire che arriva la piccola per tre giorni, andiamo a fare la spesa, si ma poca però…poi tornare a casa con provviste per un mese per non farle mancare niente, famiglia vuol dire superare prove difficilissime, situazioni paragonabili a terribili lutti che ti segnano e ti provano anche dopo anni ma se tendo la mano io trovo la sua e si va avanti, famiglia vuol dire soffrir, a volte disperazione, voglia di mandare tutto all’aria per poi rendermi conto che è’ lui la mia aria.
Ma non siamo la famiglia del mulino bianco, primo perché Barilla non farebbe mai una pubblicità con una famiglia arcobaleno,secondo perché a volte è tremendamente duro andare avanti perché due uomini ragionano da uomini. Saremo pure due culattoni, ma siamo sempre uomini no? Scusate, che gran cazzata scrivo, non è difficile anche andare d’accordo tra uomo e donna?
Ma allora dove sta la differenza? La mia famiglia e’ molto simile a tutte le altre né più né meno di tutte le altre, con gioie, dolori, delusioni e soddisfazioni ,ma allora è solo una questione di Walter e Iolanda come direbbe la Littizzetto?
No, non è questione di attributi sessuali, l’amore è amore e che fatica ho fatto per arrivare fino a qui, ma a volte la sera prima di addormentarmi penso e se succedesse qualcosa di brutto, se la mia aria fosse in un ospedale e a me e alla piccola non fosse permesso di vederlo, se lui in quel momento difficile tendesse la mano e non trovasse la mia. Io faccio sempre una fatica tremenda ad addormentarmi questo si che è un grosso disagio di genere.
K2